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Che cos’è l’epicondilite e l’epitrocleite?

L’epicondilite e l’epitrocleite sono due patologie infiammatorie che riguardano il gomito, rispettivamente nella sua parte laterale e mediale. Esse possono essere considerate non propriamente come delle vere infiammazioni, quanto piuttosto come il frutto di una degenerazione delle strutture tendinee che originano nei punti in cui è presente il dolore. Sono spesso associate a due sport in particolare, poiché determinati movimenti e determinati strumenti utilizzati possono causare questi problemi: l’epicondilite è anche nota come “gomito del tennista”, mentre l’epitrocleite come “gomito del golfista”..

Nello specifico! 

L’epicondilite è una patologia infiammatoria-degenerativa a carico dei tendini dei muscoli che partono dall’epicondilo laterale (una sporgenza ossea facente parte dell’omero, palpabile più facilmente a gomito flesso nella parte laterale dell’articolazione).
Questi muscoli sono degli estensori del polso e della mano e sono:
  1. Estensore radiale lungo del carpo
  2. Estensore radiale breve del carpo
  3. Estensore comune delle dita
  4. Estensore ulnare del carpo
Essendo un’affezione causata da una degenerazione tendinea, sarebbe più corretto parlare di “tendinosi” (degenerazione cronicizzata), piuttosto che di “tendinite” (infiammazione acuta). Inoltre, pur essendo nota come “gomito del tennista”, è molto frequente anche nella popolazione che non svolge attività sportive, in quanto tutti i lavori manuali che prevedono l’uso ripetitivo di movimenti del gomito possono essere le cause dell’insorgenza di questa patologia.
Il dolore è riferito lateralmente al gomito e può estendersi fino a metà dell’avambraccio, presentandosi più frequentemente con l’estensione del polso e della mano. Un test diagnostico veloce per verificare la presenza di una simile affezione è la palpazione dell’epicondilo (vedi figura sopra) durante l’estensione della mano, anche se sarebbe utile una conferma tramite ecografia o risonanza magnetica.
L’epitrocleite è una patologia infiammatoria-degenerativa a carico dei tendini dei muscoli dei flessori, cioè di quei muscoli che originano dall’epitroclea (un processo osseo situato nella parte mediale del gomito, anch’esso facilmente palpabile), che sono:
  1.  Pronatore rotondo
  2.  Flessore radiale del carpo
  3.  Palmare lungo
  4.  Flessore ulnare del carpo
Anche nel caso dell’epitrocleite, la patologia è causata da una degenerazione tendinea, alimentata da uno scorretto o prolungato uso dell’articolazione e dei suddetti tendini. L’epitrocleite è conosciuta come “gomito del golfista”, ma è comune in tutte le attività lavorative, sportive o ludiche in cui i movimenti del gomito sono ripetitivi e richiedono una certa forza.
Il dolore è situato nella parte mediale del gomito, a livello dell’epitroclea e può diffondersi lungo il decorso dei muscoli coinvolti. Anche in questo caso è utile svolgere un test di palpazione con la flessione del polso e il pugno della mano per evocare il dolore, ma è utile un’indagine tramite le tecniche di diagnostica per immagine succitate per assicurarsi della presenza di una patologia a livello tendineo e non a livello del nervo ulnare, che passa subito posteriormente all’epitroclea. L’intervento riabilitativo nell’epitrocleite è pressoché simile a quello dell’epicondilite, con la terapia fisica come primo step dell’iter riabilitativo, fino a giungere all’intervento nelle fasi finali.

Quali trattamenti effettuare?

Nella fase acuta è consigliabile ridurre o interrompere l’attività lavorativa o sportiva che ha predisposto all’insorgenza della patologia, usare un tutore di controforza ed effettuare delle sedute di fisioterapia per ridurre l’infiammazione.
Il tutore di controforza è una fascia che, posta circa 2cm al di sotto del punto doloroso, quindi al livello del primo medio dell’avambraccio,  ha la funzione di distribuire le tensioni meccaniche dei muscoli nel punto in cui viene applicata, evitando, quindi, di sovraccaricare ulteriormente i tendini infiammati.Per quanto riguarda la fisioterapia da attuare in questa fase, si potrebbero utilizzare svariate terapie fisiche, quali:
  1. Laserterapia
  2. Tecarterapia
  3. Ultrasuonoterapia
Nella fase cronica, invece, una delle terapie fisiche utili a risolvere la patologia è l’onda d’urto.
Dopo la riduzione dell’infiammazione, l’intervento fisioterapico si concentra sulla riabilitazione funzionale, cioè sulla ripresa di tutti i movimenti e della forza del gomito in maniera corretta, senza compensi e con la correzione di eventuali disallineamenti articolari che possono contribuire alla comparsa di questa patologia.
l trattamento non dovesse volgere a buon fine, l’idea dell’intervento chirurgico è giustificata per la risoluzione finale del dolore, seguito ovviamente da una buona fisioterapia.
In entrambi i casi, spesso sono consigliate infiltrazioni di corticosteroidi per ridurre l’infiammazione in acuto, anche se è sempre consigliabile un intervento non invasivo con la terapia fisica, quindi la fisioterapia.
Nella fase cronica può anche essere usata una terapia a base di infiltrazioni di gel piastrinico, una sostanza ricavata dal proprio sangue precedentemente estratto e potenziato con dei fattori di crescita, per favorire la ricostruzione tendinea nella zona lesa.
Sia nell’epicondilite che nell’epitrocleite è caldamente indicato un intervento precoce, in quanto la cronicizzazione potrebbe ritardare molto la risoluzione della patologia e ridurne gli effetti.