Lug
09
Cos'è e come la curiamo
Per diastasi dei retti addominali si intende quel fenomeno fisiologico in gravidanza, per cui la distanza tra i due retti addominali, costituito dalla linea alba tende ad aumentare per permettere di far spazio al feto che si sta sviluppando.
Questo fenomeno tende a sparire dopo il parto e ripristinarsi come prima della gravidanza nei 4-5 mesi successivi. Ma spesso non è così, capita infatti per un terzo delle neo mamme, che continuino ad avere questo disturbo anche 12 mesi dopo la nascita del bambino. Si parla di diastasi addominale quando la distanza tra la fascia destra del retto addominale e quella sinistra resta di almeno un paio di centimetri.
Fonte: www.my-personaltrainer.it
La diastasi diventa una patologia quando alla sua presenza si associano una serie di sintomi tipici quali, lombalgie, dolori addominali, problematiche digestive, disfunzioni del pavimento pelvico, nausea, instabilità della colonna, difficoltà respiratorie, dolori ad anche e bacino. E’ bene comunque che chi non soffre di questi disturbi mantenga sotto controllo la diastasi con ecografie periodiche, in quanto nel corso degli anni può esserci la tendenza a peggiorare. In alcuni casi la diastasi può portare alla formazione di un’ernia epigastrica o un’ernia addominale.
Per valutare la presenza di una diastasi addominali ci sono alcuni segni da tenere presenti tra cui la pancia gonfia anche dopo 5-6 mesi dal parto, con l’ombelico che tende a sporgere, oppure la formazione di una “pinna” lungo la linea alba che si forma se si esegue un classico esercizio di addominali da supine a gambe piegate (crunch). La vera diagnosi comunque è sempre effettuata dal medico tramite esami diagnostici specifici.
Le cause per cui si forma una diastasi dei retti addominali non sono ancora chiare, ma si suppone che ci siano alcuni fattori predisponenti quali: gravidanze oltre i 35 anni, il peso elevato del bambino o gravidanze gemellari. Talvolta anche sforzi eccessivi durante la gravidanza come attività fisiche troppo intense e non adeguate possono mettere a rischio la gestante a manifestare questa problematica, in quanto durante questa fase della vita il corpo rilascia degli ormoni che permettono a muscoli e tendini di allungarsi, al fine di favorire le strutture nella fase espulsiva del parto a termine della gestazione. Esercizi che mirino a sforzare gli addominali o aumentare le pressioni endoaddominali possono mettere a rischio queste strutture.
La cura della diastasi varia a seconda della severità di quest’ultima. Nei casi più lievi è sufficiente l’esecuzione di un percorso riabilitativo e di recupero della muscolatura seguito da un fisioterapista, nei casi più gravi è necessario un intervento chirurgico che permetta di ricostruire la parete addominale che chiude la diastasi preceduto e seguito da un corretto iter riabilitativo e fisioterapico con lo scopo di rieducare la muscolatura a lavorare correttamente, trattare le cicatrici che l’intervento comporta e rieducare la postura in modo da garantire un risultato ottimale e completo e duraturo.
Per ulteriori informazioni consultate il link dell’associazione Diastasi Donna- Unite per il Servizio Sanitario Nazionale www.diastasidonna.it
Lo Studio di Fisioterapia e Riabilitazione di Busetto e Pontel SRL è convenzionata con l'associazione e per gli aderenti sono riservate delle scontistiche dedicate.