Giu
21
Il dolore alla schiena affligge una buona parte della popolazione, diventando di fatto una delle prime cause d’invalidità, soprattutto quando il problema diventa cronico e va ad interferire con la qualità della vita quotidiana.
Anche se questa problematica può perdurare in maniera costante nel tempo, si possono intraprendere dei percorsi riabilitativi che permettono di migliorare notevolmente la qualità di vita.
Per poter intervenire efficacemente si devono identificare le cause scatenanti e per poter far questo, il primo passo è quello di rivolgersi ad un medico specialista, il quale andrà ad identificare le cause ed eventualmente richiedere degli accertamenti.
Le maggior parte delle volte le cause vengono identificate a disturbi di tipo meccanico di origine muscolo- scheletrica, successive a sforzi, da movimenti scorretti o posture scorrette protratte nel tempo.
Identificare le cause precocemente permette di evitare che il problema si cronicizzi e di liberarsi del problema in breve tempo.
Come identificare se il problema si sta cronicizzando o siamo già in una fase avanzata?
Un dolore cronicizzato si identifica quando il problema si protrae per più di 30 giorni con una persistenza che può durare anche per 5/6 mesi. La parte che viene interessata da questo problema è la zona “bassa della schiena”, ovvero la zona lombare che sostiene tutto il nostro peso. Infatti, una delle misure fondamentali per contrastare e/o prevenire l’inizio della patologia è il controllo del peso.I sintomi per identificare la problematica sono evidenti e facili da individuare:
- Dolore persistente con un’intensità che può variare da forte a moderato;
- Dolore nel piegamento nelle diverse direzioni dell’asse e nei movimenti più banali;
- Possibile bruciore e formicolii a livello lombare e nelle gambe;
- Possibile intorpidimento alle gambe, caviglie e piedi.
Come possiamo agire per controllare il mal di schiena cronico?
Un primo approccio per poter ridurre il dolore, può essere quello di ricorre alla terapia medica (farmaci) ma come già accennato questo può essere una soluzione temporanea per eliminare la fase acuta. La strada che deve essere percorsa successivamente è quella di intervenire con trattamenti e terapie che abbiano una soluzione efficacie nel lungo periodo.A seguito di una prima vista, il fisioterapista valuta l’intervento più idonea che può rientrare tra:
- Massaggio
- Esercizio fisico
- Terapie strumentali per una riduzione della fase acuta e quindi del dolore; ad esempio Tecarterapia, ultrasuoni ecc.
Alcuni consigli utili possono essere:
- Utilizzare posizioni ergonomiche soprattutto in ufficio o nel luogo di lavoro
- Svolgere un’attività fisica regolare
- Gestire le emozioni e i comportamenti che possono scatenare stress e ansia